Mutuo, si può passare da tasso variabile a fisso. Scopri come

Mutuo, si può passare da tasso variabile a fisso. Scopri come

I recenti rialzi dei mutui a tasso variabile hanno riportato in auge una legge del 2011 per passare al più conveniente tasso fisso.

Di seguito ti proponiamo un interessante articolo redatto da quifinanza.it nel quale viene approfondita la differenza tra tasso fisso e variabile e come muoversi per cambiare il proprio tasso da fisso a variabile.

A seguito del nuovo incremento dei tassi d’interesse deciso nei giorni scorsi dalla BCE, la rata mensile del mutuo per la casa potrebbe aumentare, nei prossimi mesi, di quasi 35 euro, con un aggravio complessivo di circa 180 euro rispetto a inizio anno (+39%).

Perché aumentano i tassi sui mutui

L’aumento dei tassi variabili è legato alle scelte della Banca Centrale Europea. Per frenare l’inflazione, che oggi viaggia intorno al 12% (mentre dovrebbe inserirsi tra il 2 e il 3%) è costretta ad aumentare i tassi dei mutui. Non potendo incrementare quelli fissi, in quanto fissi, l’azione si ripercuote sull’Euribor, il parametro che definisce per l’appunto il tasso variabile.

Da qui si delinea uno scenario non propriamente roseo. Se la BCE, come si ipotizza, manterrà il programma che prevede aumenti graduali dei tassi, l’Euribor continuerà per forza di cose a salire nei prossimi mesi producendo effetti nefasti sui mutui a tasso variabile.

Mutuo: tasso fisso o variabile?

A novembre l’indice Eurirs, il parametro relativo ai finanziamenti a tasso fisso, ha evidenziato un calo netto rispetto a ottobre. Tradotto in cifre: nel caso di un contribuente che, il 1° dicembre, avesse acceso un mutuo da 150mila euro a 30 anni a tasso fisso (con spread all’1,5%), la rata fissa tendenziale sarebbe stata di 675 euro. Una somma inferiore ai 716 euro del 1° novembre (mutui under 36, finanziamenti sbloccati solo per dicembre: come funzionano). (qui abbiamo parlato di tasso fisso e variabile: quale conviene).

Mutuo: passare dal variabile al fisso

Nell’ambito della legge di Bilancio prenderà forma, come emendamento del governo, una misura atta a facilitare la trasformazione di un mutuo a tasso variabile in un mutuo a tesso fisso. Viene infatti ripristinata una legge del 2011, applicata fino al 31 dicembre 2012. Introduceva un meccanismo di calcolo vantaggioso per il passaggio dei mutui ipotecari dal tasso variabile al fisso.

 

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I tre paletti

Un’operazione che, però, prevedeva tre paletti che limitavano l’accesso al beneficio.

  • Primo, il reddito. Chi ha stipulato il contratto di mutuo doveva avere un reddito non superiore a 35mila euro.
  • Secondo, il valore del mutuo. Si poteva trasformare un contratto che avesse un importo inferiore a 200mila euro.
  • Terzo, il pagamento delle rate. Poteva accedere alla trasformazione sono chi non aveva accumulato ritardi. I mutui interessati erano quelli stipulati fino all’entrata in vigore della legge.

Se venisse replicato lo stesso schema, la possibilità potrebbe essere prevista anche per i mutui stipulati prima dell’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2023.

Dagli altri aspetti della misura, i criteri individuati e la durata, potrebbe essere indicata la data del 31 dicembre 2024, dipenderà la platea che effettivamente potrà beneficiare del passaggio dal fisso al variabile. Con una certezza, non sarà per tutti. E, forse, neanche per molti. Considerata la combinazione tra la soglia di reddito, il valore e la durata del mutuo.

 

FONTE: quifinanza.it

 

 

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