Il taglio Bce alleggerisce i mutui, fino a 70mila euro di risparmio per le famiglie

  • 2 settimane fa
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Il taglio Bce alleggerisce i mutui, fino a 70mila euro di risparmio per le famiglie

Il taglio Bce di 25 punti base riduce i tassi sui mutui, con un risparmio fino a 70mila euro per le famiglie italiane. Questo è quanto riportato e analizzato nel seguente articolo redatto da Giorgia Bonamoneta per quifinanza.it

La recente decisione della Banca centrale europea (Bce) di ridurre la tariffa di interesse di 25 punti base rappresenta un’importante novità per l’economia europea e, in particolare, per famiglie e imprese. La misura porta il tasso sui depositi presso l’Eurotower al 3,50% e mira a facilitare l’accesso al credito, stimolando l’economia e rendendo più accessibili i mutui. Mentre chi si indebita per acquistare casa o investire non trarrà un beneficio diretto, i risparmiatori potrebbero risentire di un calo nei rendimenti dei depositi e dei titoli a tasso variabile.

Taglio dei tassi Bce: una risposta per la ripresa economica

Il contesto che ha portato la Bce a prendere questa decisione è caratterizzato da incertezze economiche globali, in particolare legate alle scelte della Federal Reserve americana. Da mesi, la Fed ha mantenuto una politica incerta, che ha creato un clima di attesa per gli operatori finanziari. La Bce ha deciso di anticipare eventuali mosse della controparte statunitense, optando per un ulteriore alleggerimento dei tassi di interesse. Si tratta del secondo taglio consecutivo, dopo una serie di aumento nel 2022 e 2023, quando la politica monetaria europea era fortemente restrittiva nel tentativo di controllare l’inflazione.

La riduzione dei tassi mira a incoraggiare la ripresa economica dopo anni di turbolenze. Il costo del denaro, che aveva raggiunto livelli elevati in seguito alla stretta monetaria, ora torna a scendere, favorendo il credito. Il taglio di 25 punti base significa, in termini pratici, che il denaro sarà più economico da prendere in prestito, sia per famiglie che per imprese. L’accesso al credito diventa più conveniente, facilitando investimenti e acquisti, in particolare nel settore immobiliare.

Secondo le tempi della Fabi (Federazione autonoma bancaria italiana), circa 3,5 milioni di famiglie italiane beneficeranno direttamente di questo taglio, poiché hanno contratto un mutuo per l’acquisto della casa. L’impatto è evidente soprattutto sui mutui a tasso variabile, che seguono l’andamento dell’Euribor, l’indice di riferimento per questi tipi di prestiti. L’Euribor a un mese è sceso al 3,54%, rispetto al 3,90% di inizio anno, segnando così un netto miglioramento per chi ha optato per questa formula.

Quali sono le conseguenze sui mutui

Il mercato dei mutui, in particolare quello italiano, ha subito notevoli fluttuazioni negli ultimi anni a causa delle politiche restrittive della Bce. La decisione di ridurre i tassi ha portato una ventata di sollievo per molte famiglie indebitate. Secondo l’analisi di esperti, il tasso medio per i mutui variabili è sceso dal 5,08% di maggio al 4,64% di agosto 2024, un trend che potrebbe proseguire nei prossimi mesi. Il calo rappresenta un’importante boccata d’aria per le famiglie italiane che, negli ultimi anni, avevano visto le rate dei mutui aumentare sensibilmente.

Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso fisso, invece, può contare su una maggiore stabilità, con un tasso medio intorno al 3,20%. Anche in questo caso, la prospettiva di una riduzione dei tassi potrebbe spingere molti a rifinanziare il proprio mutuo, passando a condizioni più favorevoli. La riduzione particolarmente dei tassi di interesse è vantaggiosa per chi sta considerando l’acquisto di una casa in questo periodo, poiché le condizioni di accesso al credito stanno diventando progressivamente più favorevoli.

Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, ha commentato la decisione della Bce definendola “una mossa cruciale per sostenere il mercato immobiliare e l’economia nel suo complesso”. Secondo Sileoni, la riduzione dei tassi di interesse renderà più semplice acquistare casa e investire, riducendo il costo del credito sia per le famiglie che per le imprese. “Si prevede una ripresa della domanda di mutui”, ha aggiunto Simone Capecchi, direttore esecutivo di Crif, che ha sottolineato come già ad agosto 2024 si sia registrato un aumento del 13,4% nella domanda di mutui rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

A quanto ammonta il risparmio?

Ma quanto può effettivamente risparmiare una famiglia grazie a questa riduzione dei tassi? La Fabi ha fornito un esempio concreto che illustra chiaramente l’impatto della decisione della Bce.

Per un mutuo a tasso variabile di 200.000 euro, della durata di 25 anni, il risparmio complessivo potrebbe superare i 70.000 euro rispetto alle condizioni prevalenti nel 2023. Questa riduzione, pari a circa il 19,3%, si traduce in un significativo alleggerimento delle tariffa mensile, permettendo alle famiglie di destinare maggiori risorse ad altri bisogni.

Secondo gli esperti del settore, la rata media di un mutuo variabile potrebbe diminuire di circa 18 euro al mese già nel 2024, con un risparmio potenziale di 85 euro al mese entro il 2025.

Per un mutuo di 126.000 euro sottoscritto nel 2022, la rata che ad agosto 2024 era pari a 733 euro potrebbe scendere a 634 euro entro giugno 2025, con un risparmio complessivo che sfiora i 100 euro al mese.

È importante sottolineare che il risparmio effettivo dipende da diversi fattori, tra cui l’importo del mutuo, la durata del prestito e il tipo di tasso scelto. Mentre chi ha un mutuo tasso variabile vedrà benefici immediati, chi ha optato per un tasso fisso potrebbe non registrare un calo significativo del tasso nel breve termine.

Gli effetti collaterali: risparmiatori penalizzati

Nonostante i benefici evidenti per chi ha contratto mutui, il taglio dei tassi ha anche effetti collaterali, in particolare per i risparmiatori. La riduzione del costo del denaro influisce negativamente sulla remunerazione dei depositi bancari, che erano già stati favoriti dall’aumento dei tassi precedenti.

I tassi sui depositi vincolati, che avevano raggiunto il 3,6% durante la fase di stretta monetaria, ora potrebbero tornare a livelli inferiori. Ciò significa che chi ha scelto di lasciare i propri risparmi in banca potrebbe ottenere rendimenti più bassi.

Lo stesso discorso vale per i titoli a tasso variabile, come i Cct, che vedranno un calo delle cedole. In particolare, il mercato dei bond emessi dalle aziende potrebbe subire un impatto negativo, con rendimenti più bassi e un ridimensionamento delle prospettive di guadagno per chi ha investito in fondi obbligazionari.

 

FONTE: quifinanza.it

 

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