Come cambia l’IMU nel 2024

Come cambia l’IMU nel 2024, le nuove aliquote potranno variare da un Comune all’altro

Nel 2024 l’aliquota Imu potrà essere diversa in ogni Comune, come ha chiarito un decreto del ministero dell’Economia. La novità porterà cambiamenti di pochi decimi percentuali, ma significa che i proprietari di seconde e terze case potrebbero pagare di più (o di meno) rispetto a quest’anno. Per saperne di più oggi ti proponiamo il seguente articolo redatto da Luca Pons per fanpage.it

Cambiano le regole sull’Imu, e nel 2024 potrebbero cambiare anche le aliquote da pagare. Infatti, a inizio luglio il ministero dell’Economia ha dato l’ok a una novità con un apposito decreto: l’anno prossimo, i Comuni avranno la possibilità di modificare l’aliquota Imu da versare, entro certi limiti. La decisione andrà presa entro certe scadenze: delibera comunale approvata entro il 2023, poi comunicazione al ministero entro il 14 ottobre 2024 per la pubblicazione ufficiale entro il 28 ottobre 2024. Se non saranno rispettate queste tempistiche, si applicheranno le aliquote dell’anno precedente.

Così, i proprietari di seconde e terze case (l’Imu sulla prima casa è stata abolita dal 2013, con l’eccezione delle case di lusso) potrebbero ritrovarsi a dover pagare di più, o anche di meno, a seconda delle amministrazioni comunali. In ogni caso, il pagamento avviene sempre con l’apposito modulo F24.

Come potrebbero cambiare le aliquote Imu nel 2024: la tabella
Toccherà a ciascun Comune approvare una determinazione con le aliquote Imu per il 2024. Come detto, la legge ha posto dei paletti precisi da rispettare. Sul sito del dipartimento delle Finanze si può consultare la tabella delle aliquote, osservando quando costa normalmente l’Imu e quanto può essere modificata dalle amministrazioni comunali.

Il potere di modifica cambia a seconda del tipo di immobile a cui si fa riferimento, ma nella maggior parte dei casi l’aumento può essere di alcuni decimi percentuali.  In più, la norma ha chiarito che i Comuni devono rispettare i “principi di ragionevolezza, adeguatezza, proporzionalità e non discriminazione”, nel modificare eventualmente l’Imu.

Quando parte la riforma dell’Imu
Le tempistiche sono ben delineate. Quest’anno la riforma non sarà ancora attiva. Entro il 31 dicembre 2023, il Comune dovrà approvare con una delibera del Consiglio comunale che stabilisce le nuove aliquote Imu, con un documento detto “prospetto”.

Poi queste andranno pubblicate sul sito del Dipartimento delle finanze: la data limite è il 28 ottobre 2024. Entro quella data quindi sarà possibile consultare il sito per conoscere le aliquote Imu in tutti i Comuni. Per garantire la pubblicazione in tempo, l’amministrazione comunale condividerà le sue aliquote entro il 14 ottobre 2024. Se alcuna di queste scadenze non sarà rispettata, si applicheranno le aliquote dell’anno precedente.

Come si paga l’Imu e dove costa di più
Non cambierà, invece, il modo in cui bisogna pagare l’Imu: anche l’anno prossimo l’imposta si potrà versare con il modulo F24. Questo ha una sezione appositamente dedicata all’Imu, e va compilato aggiungendo un rigo per ciascun Comune in cui si possiedono degli immobili.

Quest’anno, la città con l’Imu più alta in media è Roma, con 2.064 euro a proprietario. Seguono poi Milano (2.040 euro) e Bologna (2.038 euro), mentre le altre città (Genova e Torino chiudono la top 5) sono tutte sotto al soglia dei 2mila euro. Al contrario, l’imposta più bassa tra i capoluoghi di provincia si trova ad Asti, con 585 euro in media. Poi Gorizia (585 euro), Catanzaro (659 euro), Crotone (672 euro) e Sondrio (674 euro).

 

FONTE: fanpage.it

 

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